Accordo maggiore e minore
Un accordo magnetico
Nell'articolo La scala e i suoi equilibri ho spiegato come si instaurino degli equilibri magnetici fra i diversi suoni appartenenti ad una scala. Ciò va a formare una struttura che poi sta alla base del sistema musicale occidentale. Gli accordi costruiti sui gradi della scala ereditano e talvolta ampliano i magnetismi provocati dalle relazioni fra i diversi suoni della scala. L'accordo maggiore sulla tonica evoca stabilità mentre, ad esempio, quello sulla dominante tende a spingere verso la riproposizione dell'accordo sulla tonica.
Tuttavia, in un brano musicale corredato da accordi, risulta talvolta difficile cogliere con immediatezza quale sia la struttura sulla quale poggiano tutti gli equilibri tonali. La ragione risiede nel compromesso fra una notazione accademica ma complessa ed invece una notazione più efficace per chi deve accompagnare per accordi un brano. Nonostante la notazione per accordi sia di invenzione piuttosto recente, la pratica di accompagnare è tutt'altro che moderna.
Già nel XVI secolo si usava affidare al clavicembalo (spesso con il violoncello) il compito di accompagnare. Tuttavia per loro non si usava una notazione costituita da sigle di accordi, ma si usava una tecnica particola chiamata Basso continuo.
Basso continuo
Questa tecnica permetteva all'esecutore di accompagnare con precisione un brano musicale, riuscendo con pochi segni a descrivere minuziosamente come formare gli accordi. In un Basso continuo è subito chiaro se si sta suonando un accordo sulla Tonica, oppure sulla dominante, oppure se sia maggiore o minore e pure quale nota debba essere la più grave e spesso anche la più acuta. Presupposto della tecnica del Basso continuo è però che l'esecutore conosca a fondo le regole dell'armonia.
Se ad esempio è prescritto di eseguire un accordo sul secondo grado, l'esecutore di basso continuo sa già che l'accordo da suonare sarà di tipo minore (spiego dopo in cosa consista un accordo minore) perché sul secondo grado, e senza alterazioni, l'accordo non può essere che minore. Nella notazione ad accordi non si prescrive mai, invece, di eseguire un accordo su di un grado o un altro della scala. Se ci si trova in Do maggiore e si vuole indicare un accordo sul secondo grado si scrive Re; ma ciò non basta perché se si indica solo il nome della nota su cui è costruito l'accordo, l'esecutore deve intendere quell'accordo di tipo Maggiore.
Sul secondo grado l'accordo deve invece essere minore e perciò sarà necessario specificare che l'accordo sia minore, scrivendo perciò Rem (oppure Re min., Re-, Dmin, D-). A questo punto però è bene spiegare che cosa differenzi un accordo minore da uno maggiore e perché sul secondo grado l'accordo debba normalmente essere minore.
Maggiore e minore
La scala minore si differenzia dalla maggiore per alcune distanze fra i diversi suoni. In particolare la distanza fra il secondo ed il terzo grado è di un tono intero nella scala maggiore, e di solo mezzo tono nella minore. Tra tonica e mediante in una scala maggiore ci sono due toni, mentre in una scala minore c'è un tono e mezzo. Ora soffermiamoci sulla scala di Do maggiore.
Un accordo semplice è costituito da una triade, cioè da tre suoni eseguiti contemporaneamente. L'accordo maggiore, e anche quello minore, sono fondamentalmente costituiti da tre suoni della scala posti a distanza di "terza" l'uno dall'altro, Due suoni posti a distanza di terza sono distanziati dalla regoletta "un suono si e uno no". Il Do e il Mi, oppure il Re ed il Fa, e via dicendo. Per distinguere una triade maggiore da una minore si misura la distanza che c'è fra il suono fondamentale su cui si costruisce l'accordo ed il successivo.
Se si costruisce la triade dell'accordo sulla Tonica di Do maggiore i tre suoni sono necessariamente Do, Mi, Sol. Se si misura la distanza fra Do e Mi essa risulta di due toni, perciò la triade sulla tonica è maggiore, senza dubbi. Se si costruisce la triade dell'accordo sulla Sopratonica (II grado) i tre suoni sono Re, Fa, La. Misurando la distanza fra Re e Fa essa risulta di un tono e mezzo. Ecco perciò che la triade risulta normalmente minore ed ecco perché l'esecutore di Basso continuo suona senza dubbio un accordo minore se trova prescritto di eseguire un accordo sul secondo grado.
Ad un chitarrista che desidera accompagnare una semplice canzone non si chiede però di conoscere a menadito tutte le regole dell'armonia, e nemmeno di fare complicati ragionamenti. Egli vuole conoscere subito quale accordo deve suonare con tutte le specifiche necessarie. Ecco perché l'accordo sul secondo grado di Do maggiore, si segna semplicemente con un Re min. cioè un accordo minore costruito sul Re.
Tutto questo ragionamento può apparire complicato e superfluo, tuttavia, per spiegare più avanti la ragione per cui l'accordo di Sol7 sia chiamato anche Sol7 di dominante, è necessario cominciare a fare un po' di ordine teorico.
Nel prossimo articolo andremo ancora più a fondo nell'analisi dell'accordo maggiore.