I ritmi composti
Ho visto studenti trascorrere dure serate alle prese coi ritmi "composti". La cosa curiosa è che le ragioni per cui i ritmi composti sono ritenuti complicati non stanno nelle particolarità musicali di questi ritmi e nemmeno nelle difficoltà tecniche di lettura e solfeggio. Le difficoltà stanno quasi sempre nella teoria che tenta di spiegare come "funzionano".
Se si abbordassero i ritmi composti alla stessa stregua dei ritmi semplici, tutto filerebbe liscio e si potrebbe tranquillamente rimandare la teoria alla fine, una volta acquisite le capacità di leggere e solfeggiare i tempi composti.
I ritmi composti più diffusi sono il tempo di 3/8, di 6/8, di 9/8 e di 12/8. Alla base di questi ritmi c'è l'ottavo. I ritmi composti possiedono inoltre un'altra particolarità: quella di essere intimamente legati alla divisione ternaria.
Consideriamo il ritmo di 3/8: esso è costituito da tre tempi. Se lo confrontiamo con il ritmo di 3/4, a parte le unità di tempo differenti, e cioè l'ottavo in 3/8 e il quarto in 3/4, apparentemente non sembrano esserci grandi differenze. Tuttavia c'è una differenza di tipo più strutturale. Provate a tornare al capitolo dedicato ai ritmi ternari e ripassate come si batte una battuta di 3/4. Ogni tempo presenta un movimento in battere e uno in levare, Ta-a, ta-a, ta-a.
Nel tempo in 3/8, ogni ottavo viene battuto SENZA la consueta divisione in "battere e levare" tipica del tempo in 3/4. Qui la struttura della battuta cambia; ogni ottavo è - insieme - unità di tempo e suddivisione.
Questo ci deve portare a concludere che nel tempo in 3/8 non esiste più il "battere e levare"? Tutt'altro! Esso continua ad esistere e il primo tempo di ogni battuta è sempre un battere. Diverso è per il levare, che dipende dal carattere musicale del brano. Talvolta si considera un levare solo l'ultimo tempo (cioè l'ultimo ottavo), altre volte sono considerati levare sia il secondo sia il terzo tempo.
Il tempo in 6/8 può essere considerato come la semplice unione di due battute di 3/8, mentre il tempo in 9/8 come l'unione di tre battute da 3/8 ed infine il tempo in 12/8 come l'unione di quattro battute da 3/8.
Ora, come si battono in concreto questi ritmi composti? Seguite il video qui sotto.
Come potete constatare, nei tempi in 6, 9 e 12 ottavi, l'ultimo insieme di tre ottavi viene battuto sempre con un triplice movimento: sinistra, destra, su (ricordate che in video le immagini sono speculari!).
All'inizio può sembrare difficile, ma è sufficiente un po' di esercizio per acquisire padronanza anche nei ritmi composti.
Approfondimenti: la teoria dei tempi composti
Perché i tempi "composti" si chiamano così? Perché rappresentano delle elaborazioni di "tempi base". La teoria afferma che ogni tempo composto deriva da un tempo relativo semplice. Partendo dal tempo semplice, per aumentazione, si ottiene il tempo relativo composto. Prendiamo ad esempio il tempo composto in 6/8. Esso deriva dal tempo semplice in 2/4.
Nel tempo in 2/4, l'unità di tempo è rappresentata dal quarto e nella battuta sono presenti due quarti. Avete imparato che, applicando un punto ad ogni quarto, ottenete dei quarti del valore di 3 ottavi. Aggiungendo il punto, otterrete un primo quarto puntato del valore di 3 ottavi e un secondo di ulteriori 3 ottavi.
Sommando i 2 quarti aumentati, otterrete un valore complessivo di 6 ottavi. Da una battuta di 2/4, avrete ottenuto, per aumentazione di tutti i suoi tempi, il tempo in 6/8.
Nel prossimo articolo introdurremo i segni di carattere.
ESERCIZIO 1
L'esercizio è in 3/8. Solfeggiatelo lentamente, sopratutto a partire dalla quarta riga dove sono presenti alcune difficoltà ritmiche.