La scala e i suoi gradi
Immaginate una semplice scala a pioli, diritta, appoggiata ad un muro. Se vi avvicinate alla scala e vi apprestate a salirvi vi accorgerete che la posizione ai piedi della scala è quella che offre la maggior sensazione di equilibrio. Non appena cominciate a salire, piolo dopo piolo, la percezione di equilibrio cambierà. Quando vi troverete circa a metà, tutto sommato sarete a vostro agio perché a quello stadio la scala è stabile e, nello stesso tempo, vi sembrerà di dominare sia la parte più alta che quella più bassa della scala. Se vi avventuraste fino all'ultimo piolo disponibile il vostro equilibrio sarebbe così insicuro che non vedreste l'ora di tornare a terra, nella posizione di equilibrio perfetto.
Questa metafora si avvicina, a grandi linee, agli equilibri musicali che caratterizzano una scala musicale. Il suono più stabile di una scala è il primo; il più instabile è l'ultimo!
In questo articolo ho introdotto brevemente quali siano gli schemi con i quali si formano le scale maggiori. Ora è arrivato il momento di addentrarsi nell'architettura stessa della scala, comprendendone gli equilibri.
Il primo suono di una scala è quello che da il nome alla scala stessa: in Do maggiore il primo suono è il Do. Per questa ragione il primo suono di una scala è detto anche Tonica .
Quando un brano musicale in Do maggiore si sofferma sulla Tonica, il Do, la sensazione musicale che se ne trae è di perfetto equilibrio, di staticità. A meno che prima o dopo il Do non ci siano suoni che rendano il contesto più complesso, il Do in Do maggiore non lascia dubbi sulla sua capacità di infondere fermezza e stabilità
La seconda nota della scala, il Re se ci troviamo in Do maggiore, è improvvisamente assai meno statico e questo perché risente della vicinanza della Tonica e pure della terza nota della scala che, come vedremo più avanti è importante e statica tanto quasi la tonica.
La seconda nota è nominata Sopratonica e questo perché si trova immediatamente sopra la tonica.
La terza nota della scala, il Mi in Do maggiore, è denominata Mediante oppure Modale . E' importante comprendere il significato di tutte e due le denominazioni. Si chiama Mediante perché si trova ad una distanza media fra la Tonica e la quinta nota della scala che come vedremo ha un'importanza particolare. Si chiama Modale perché la sua distanza precisa dalla tonica (due toni o un tono e mezzo) stabilisce se la scala in questione è maggiore o minore (vedi questo articolo precedente).
La Mediante o Modale, dal punto di vista degli equilibri, è forse quella più vicina alla tonica come stabilità tantevvero che molti brani musicali iniziano e finisco proprio con la Mediante.
Spiegare tecnicamente perché alcuni suoni risultino più stabili di altri è un poco complesso. Ci sono ragioni acustiche strettamente legate alla struttura fisica di ogni singolo suono. In questo contesto dobbiamo accontentarci di fidarci della nostra sensibilità, che poi non è poca cosa. Provando a suonare una scala, indipendentemente dal fatto che sia maggiore o minore, ci si accorgerà facilmente che il terzo suono di una scala offre una sensazione di stabilità assai simile a quella offerta dalla tonica.
Il quarto suono di una scala è paragonabile a un crocevia che può consentire sia di proseguire diritti per la strada che si è intrapresa (se siamo in Do maggiore significa rimanere legati alla scala di Do maggiore) sia di cambiare strada, che in musica si dice modulare ciò passare a porre come riferimento un'altra scala. Questo non è un corso di armonia o di composizione, per cui non posso spiegare in che modo il quarto suono, denominato Sottodominante , possa effettivamente portare ad altre strade. Per ora basti sapere che quella sua stabilità che pare sfoggiare, può rivelarsi assai effimera se solo subito dopo si pone una qualche nota che appartiene ad un'altra scala. Sempre immaginando di stare in Do maggiore provate a suonare un Do, poi un Fa e poi il Si bemolle più in alto: sarete sorpresi nell'accorgervi di quanto quel Si bemolle, che nella scala di Do maggiore non appare nemmeno, vi sembrerà stabile. In realtà avete percorso il primo passo che porta a modulare da Do maggiore a Si bemolle maggiore (o minore).
Il quinto suono della scala è nominato Dominante e qualche ragione per un nome così altisonante dovrà pur esserci. In effetti c'è più di una ragione, sia fisica che prettamente percettiva. Se suonate il Do in un contesto di Do maggiore, e poi un Sol, sentirete certamente quanto quel Sol spinga a tutta forza a risuonare il Do. In pratica il Sol domina sul Do nel senso che tende a richiamarlo.
Tornate indietro di qualche riga e rileggete ciò che ho scritto sul quarto suono della scala ponendo attenzione soprattutto all'esempio finale. Il Fa tende a richiamare il Si bemolle. Nella scala di Si bemolle qual'è il quinto suono? Il Fa, dominante di Si bemolle. Ecco perché il Fa richiama il Si bemolle.
In Do maggiore la nota Dominante è il Sol, ed infatti il Sol tende a richiamare il Do.
La sesta nota della scala è denominata Sopradominante . Seppur assai moderatamente ha qualcosa in comune con il quarto suono cioè la Sottodominante. Anche la Sopradominante può condurre ad altre strade, ma in maniera assai meno magnetica. Il sesto suono è un po' ambiguo e nella storia della musica ha giocato ruoli diversi, talvolta più votati alla staticità, talaltra alla dinamicità.
Il settimo suono della scala è invece il più instabile di tutti, l'ultimo piolo. E' talmente instabile da essere denominato Sensibilecome se fosse in effetti sensibile ad ogni piccolo movimento. La sua instabilità dipende dal fatto che dista solo mezzo tono dalla Tonica (in Do maggiore la sensibile è il Si) e perciò suo destino è quasi sempre condurre inesorabilmente a riproporre il Do. E' come se alla situazione più instabile risponda efficacemente solo la posizione più stabile.
Riepilogando, le sette note della scala (o gradi della scala) sono denominate: Tonica, Sopratonica, Mediante o Modale, Sottodominante, Dominante, Sopradominante, Sensibile ed ognuno di questi gradi ha un suo particolare rapporto di equilibrio con gli altri.
Nel prossimo articolo cercheremo di approfondire maggiormente il concetto di modo (maggiore o minore).