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Wagner e l'Anello del Nibelungo

Il Ring wagneriano, o Anello del Nibelungo, per noi italiani può essere complesso da affrontare, e questa difficoltà e dovuta a una serie di ragioni. Innanzi tutto c'è la faccenda della lingua: l'intera Tetralogia è in tedesco.

Tuttavia, se anche si riesumasse l'usanza di rappresentare le opere di Wagner in Italiano, come si faceva agli inizio del novecento, il problema sarebbe risolto a metà: le parole si comprenderebbero ma il senso di molte delle cose contenute e raccontate nella tetralogia, continuerebbe a sfuggire, lasciando a molti ascoltatori la sensazione di aver assistito ad una storia un po' complicata e dove tutto sembra finire nel modo peggiore.

anello del nibelungo di richard wagner

I temi dell'Anello del Nibelungo

La mitologia germanica, la storia e la cultura germanica, l'Edda, il Nibelungenlied, ma anche Feuerbach, Hegel, Schopenauer, i prussiani, gli antichi e nuovi Reich, il capitalismo, il comunismo, l'anarchismo, il nazionalismo, l'antisemitismo, i leitmotiv, la versificazione allitterata e molti altri elementi, faccende che hanno comunque un peso nell'architettura del Ring wagneriano, rimarrebbero misconosciuti e pertanto buona parte dei simbolismi dell'Anello rimarrebbero inaccessibili.

Del resto nemmeno ogni tedesco di oggi quando si avvicina al Ring capisce tutto al volo. Però ad un ascoltatore germanico succede ciò che accade a noi quando ascoltiamo il Nabucco del nostro Verdi: gli elementi patriottici, nazionalisti, risorgimentali, sfumature testuali, colori musicali e suggestioni riescono a far vibrare corde a noi famigliari, anche se non capiamo tutto di ciò si dicono i protagonisti. 

Noi italiani, nel nostro medioevo poetico, abbiamo avuto Dante, i Guelfi e i Ghibellini, l'Inferno, il Purgatorio ed il Paradiso, e poi Petrarca con le Fresche e Dolci acque, ed il Decamerone boccaccesco; poesia, letteratura con frequenti collegamenti al culto cristiano.

 

 

Il medioevo nordico è invece legato ai miti vichinghi, alle epopee fra Asi e Vani, ad Odino, ai giganti, agli eroi e a tutta la cosmogonia Nordica,  solo all'ultimo contaminata dal cristianesimo. I poemi germanici medievali alternano la grande materia "arturiana" all'universo mitologico nordico: fra questi ultimi spicca il Nibelungenlied, poema anonimo del 1200.

Wagner scopre e studia decine di poemi antichi, arturiani e nordici, e, per quanto riguarda l'Anello del Nibelungo, non si limita al Nibelungenlied ma si spinge fino ai Poemi dell'Edda scandinava come anche alle vicende storiche del regno dei Burgundi.

Non vorrei far pensare che per apprezzare il Ring wagneriano si debba fare un corso di mitologia nordica medievale; volevo soltanto far notare che Wagner ci mette senz'altro molta della sua creatività, ma buona parte dei temi presenti nel Ring sono ereditati dalla cultura germanica, dalla più antica fino a quella contemporanea a lui stesso. Wagner proietta l'immenso retroterra culturale germanico sulla scena musicale facendone strumento per elaborare una propria interpretazione del mondo e dell'esistenza.

L'approccio all'Anello del Nibelungo

Per noi, oggi, l'Anello del Nibelungo è un monumento musicale che presuppone un approccio attento e preparato. Comprare, ad esempio, un Cd della Valchiria e mettersi ad ascoltarlo senza conoscere e capire cosa succeda sulla scena è un'esperienza pressoché inutile, che sarebbe stata disapprovata dallo stesso Wagner.

Meglio andare a teatro dopo aver letto l'intero libretto e meglio ancora è acquistare un Dvd con i sottotitoli in italiano (senza i sottotitoli è inutile quanto il Cd). Anzi, arrivo a dire che l'esperienza di ascolto/visione del Ring più emozionante che io abbia fatto la devo ad una raccolta di Dvd, con ottimi sottotitoli ed una adeguata regia televisiva.

Poi è necessario essere consapevoli che ogni singola giornata del ring (diviso in 4 giornate) comporta un ascolto di almeno 4 ore e, ai nostri tempi, non è poco. Non credo che sia una buona idea ascoltare un atto alla volta: la Valchiria, ad esempio, è un'opera che va bevuta tutta di un sorso, altrimenti ci si emoziona a metà!

Ma il consiglio più importante è di avvicinarsi al Ring con "mente aperta" senza pregiudizi e senza giudicare ogni singolo accadimento con la nostra mentalità, diversa per epoca storica, per storia, per costruzione culturale.

Mente aperta

Qualche esempio: il Ring appare come un monumento all'anticapitalismo. Tuttavia si sbaglierebbe ad intenderlo come il manifesto di un anticapitalismo marxista e rivoluzionario. Wagner politicamente si schierò sempre in maniera ambigua, cosa che lo accomuna con la stragrande maggioranza dei musicisti dell'epoca, schiavi dell'aristocrazia padrona di teatri e cappelle. 

Il capitalismo contro il quale si muoveva Wagner era più romantico, più figlio di un ideale filosofico che di una mira politico-sociale. Nel 1848 Wagner, più o meno consapevolmente, partecipava ai moti rivoluzionari di Dresda e simpatizzava per l'anarchico Bakunin e per la filosofia libera di Feuerbach. Contemporaneamente Marx si allontanava da Feuerbach ed Hegel per promuovere la lotta di classe. Due strade diverse insomma.

Per quanto riguarda l'antisemitismo wagneriano, che è una realtà sebbene più evidente nei suoi scritti che nelle opere musicali, non bisogna dimenticare che nella Germania prussiana la Questione ebraica esisteva ben oltre Wagner, e moltissimi intellettuali di regime o dissidenti, ne fecero oggetto delle loro riflessioni, e fra questi c'era anche Karl Marx.

Infine un elemento importante: Wagner prende contatto con la materia nibelungica nel 1844; scrive un primo abbozzo (la Morte di Siegfried) nel 1848; conclude il tutto nel 1874. Quasi trent'anni di riflessioni, mutamenti, incontri e scontri. Anche in questo elemento si trova l'origine della varietà, talvolta addirittura contraddittoria, di tutto il portato poetico, filosofico e musicale del Ring.

In altri quattro articoli dedicati al Ring wagneriano offrirò spunti per un ascolto più facile, consapevole e meditato.

Gremus

Gremus
La passione per la Grande Musica,
online dal 2007.