Sia per il musicista professionista che per l'hobbysta, il suonare in pubblico é la tappa ultima, l'obbiettivo più ambizioso del suonare.
Per molti é il momento più difficile da affrontare: controllare l'emozione, la concentrazione, le resa della propria performance.
Il saggio, l'esame ed il concerto sono gli eventi finali che il musicista deve essere in grado di sostenere nel suo percorso.
Molti di voi ricorderanno le scivolate rovinose sul ghiaccio delle meravigliose pattinatrici alle olimpiadi?
Sono esperienze che hanno molto in comune con le performance pubbliche dei musicisti.
Suonare in concerto di fronte al pubblico o di fronte ad una commissione d'esame é come essere un funambolo sul filo teso tra due pali sotto il tendone del circo.
Le problematiche della performance in pubblico che accomunano anche le discipline teatrali e sportive, possono essere superate utilizzando alcune tecniche di preparazione in fase di studio.
Conviene analizzare e suddividere le problematiche sotto due aspetti principali: la preparazione tecnico-artistica e la preparazione psicologica.
La preparazione tecnico artistica.
Anche la semplice lezione con il maestro é spesso fonte di stress. Molti studenti riferiscono che, nonostante una accurata preparazione, nel momento di esprimersi di fronte al maestro si fanno sopraffare dall'emozione e rendono infinitamente meno.
TENETE SEMPRE PRESENTE L'OBBIETTIVO
Suonare in pubblico un brano significa rendere partecipi gli altri del significato musicale di tale opera. Si potrebbe scrivere un trattato a proposito dell'interpretazione, ma non é l'argomento di questo articolo. Il punto é "rendere al massimo". (Ho preso in prestito il titolo da un libro di A. Garfield dedicato agli atleti.)
Poniamo il caso di dover affrontare un saggio.
Il primo passo per la buona riuscita dell'esecuzione dal vivo é la scelta del brano giusto.
Cosa vuol dire brano giusto? Il brano che viene scelto deve essere di un grado tecnico à ben acquisito, ovvero le difficoltà tecniche del brano devono essere assimilate e fatte proprie. Inoltre dobbiamo sentire il brano musicalmente nostro, che piace prima di tutto a noi. Sono due aspetti che possono sembrare ovvi, ma che spesso vengono sottovalutati.
E' sicuro che suonare in pubblico un brano con difficoltà tecniche superiori alle nostre capacità comporterà maggiori rischi di "scivolate". Contare sull'effetto "adrenalina" come fanno alcuni sportivi o rockers è molto rischioso per i musicisti interpreti, quelli cioè che devono riportare con precisione musica scritta da altri. Se una difficoltà tecnica non é assimilata in fase di studio nove su dieci ci si perde qualche penna!
Di solito si scelgono uno o più brani che hanno costituito materia di studio nei mesi precedenti.
La preparazione rende l'esecuzione più sicura e se durante l'esecuzione dal vivo la tensione può portare a commettere errori (é NORMALE e capita anche ai grandi concertisti), sarà più facile non perdere il controllo.
Questo suggerimento vale a maggior ragione per i musicisti non professionisti: quando si decide di suonare per qualcuno si ottiene un risultato migliore scegliendo musiche semplici. Meglio suonare bene pezzi facili che storpiare brani di difficoltà fuori dalla nostra portata. Ho sentito spesso cori amatoriali affrontare brani a tre o quattro voci con risultati assai deludenti, quando potrebbero fare un ottima figura cantando brani semplici a due voci.
Scegliete, se possibile, un repertorio che vi piace e di cui ne siamo veramente partecipi. I brani "a richiesta" devono essere suonati solo in occasione di esami e concorsi e fanno parte del percorso di preparazione di un musicista che è sulla strada del professionismo. Ma appena si é liberi di scegliere é meglio evitare di suonare in pubblico brani che non convincono musicalmente fino in fondo.
COGLIETE OGNI OCCASIONE PER FARE ESERCIZIO
Anche il suonare in pubblico richiede un esercizio costante. Non bastano ore e ore di studio da soli per garantirvi una buona esecuzione; è necessario allenarsi a suonare in pubblico. Dovete sperimentare le vostre reazioni di fronte all'evento, prenderne atto e trovare il modo di non farvi dominare da esse.
Ogni volta che ne avete l'occasione suonate davanti a qualcuno. Appena avete imparato un brano o un esercizio mettetevi alla prova facendolo sentire ad un parente o ad un amico. Suonandolo evidenzierete i punti dove ancora avete difficoltà e capirete dove il brano necessita di maggior studio.
E' molto utile registrarsi per poi riascoltarsi, e se potete, meglio ancora video registratevi. Molti dei miei maestri mi consigliavano di imparare ad ascoltarmi, ma all'inizio è molto difficile, mentre riascoltandovi ed rivedendovi suonare in una registrazione coglierete più facilmente le imperfezioni tecniche e musicali da approfondire ulteriormente.
Mi piace citare un passo dal libro di Dale Carnegie "Come parlare in pubblico e convincere gli altri" Un mio amico chirurgo ha detto:" Posso insegnarvi in dieci minuti come togliere una appendicite, ma mi ci vorrebbero quattro anni per insegnarvi cosa fare se qualcosa va storto."
Questo per dire che l'esperienza pratica vi insegnerà più di qualunque maestro, e poi vale sempre il detto "sbagliando s'impara".
Naturalmente conviene trovare occasioni per fare esperienza prima di affrontare un esame o un concerto importante. I saggi servono soprattutto a questo scopo.
Interessante sarebbe a questo punto un analisi sulla differenza tra saggio e concerto soprattuto dal punto di vista del pubblico, ma questo sarà l'argomento di un altro articolo.
SUONARE CON LA MUSICA O A MEMORIA?
La memoria musicale é un'abilità che alcuni sfruttano più facilmente di altri, ma con l'esercizio e le tecniche giuste tutti la possono sviluppare. Suonare un brano a memoria offre maggior libertà e sicurezza d'interpretazione e fa crescere di livello della performance.
Naturalmente a certi livelli e per chi suona per il proprio piacere personale suonare con lo spartito é del tutto normale.
Può succedere di trovarsi in una situazione intermedia in cui si conosce bene il brano ma la nostra memoria non ha raggiunto la sicurezza piena. Se ci si trova in questa fase intermedia e si deve eseguire la musica in pubblico è bene servirsi dello spartito facendo attenzione però ad organizzare l'esecuzione.
Per esperienza personale, qualche volta mi sono trovata in situazioni analoghe e ho avuto difficoltà perchè in alcuni punti suonavo il brano a memoria, e in altri punti, dove non ricordavo le note, cercavo sullo spartito il filo conduttore. Dovendo trovare sulla musica il segno di dove ero arrivato aggiungevo all'incertezza dei vuoti di memoria la distrazione causata dalla ricerca della traccia scritta complicando la situazione. Conviene in questi casi organizzare l'esecuzione stabilendo dove guardare la musica e segnando sullo spartito i punti da leggere con dei segni molto evidenti. E naturalmente, quanto prima, decidere di rifinire lo studio per suonare a memoria o stabilire di leggere la musica da capo a fondo.
Ci sono artisti straordinari che hanno sempre lo spartito davanti. Riccardo Muti, grandissimo direttore d'orchestra, ha davanti la partitura anche quando dirige l'inno nazionale. Secondo voi é perché ha bisogno di leggere le note dell'inno nazionale? No!! Muti potrebbe dirigere tutto Verdi a memoria. Ma é più tranquillo con la partitura davanti. Il punto é mettersi in condizioni di tranquillità.
Ora prendiamo in considerazione l'aspetto psicologico ed emotivo del suonare in pubblico.
ALCUNE CONSIDERAZIONI SULLA PAURA DEL PUBBLICO
Ad avere timore del pubblico non siete i soli. Sono veramente pochi gli individui che non soffrono di questa forma di ansia. In questo articolo la straordinaria pianista Marta Argerich confida di soffrire di ansia da sempre.
Tra l'altro una certa dose di tensione è il giusto stimolo per affrontare la sfida. Il corpo e la mente si preparano all'azione. Il cuore batte più forte, la respirazione risulta accelerata e a qualcuno sudano le mani, mentre ad altri diventano gelate. E' tutto normale. Il punto è riuscire a dominare tutto questo senza farci sopraffare. Se si riesce nell'intento questo stato dura solo per i primi minuti poi i sintomi scompaiono e la situazione torna sotto controllo.
Anche per dominare questi sintomi psicologici é necessario fare esercizio. Più si suona in pubblico e più si impara a convivere e a volgere a nostro vantaggio la giusta tensione da concerto.
Nei casi di ansia più accentuata é necessario capire da dove proviene e questa analisi é assolutamente soggettiva. Dipende cioé da fattori caratteriali e da come ognuno di noi reagisce agli stimoli esterni.
Tra i fattori che determinano la paura del pubblico ci possono essere l'insicurezza o il soffrire particolarmente l'attenzione degli altri su di noi.
In genere soffrono più facilmente le persone che tendono da un lato, a sopravvalutare l'importanza e la severità del giudizio altrui, dall'altro a sottovalutare le proprie capacità.
Se però la situazione che ci porta stress diventa familiare, consueta, il grado di panico si ridurrà progressivamente.
Essere consapevoli che lo sbagliare é del tutto umano e che anche il giudizio può essere sbagliato è un modo per sgravare di zavorre inutili la nostra disposizione mentale all'esibirci in pubblico. L'unico giudizio da temere é il proprio, sapendo però riconoscere i propri limiti.
Dopo quasi quarant'anni di esperienza ho imparato a farmi una precisa domanda prima di iniziare a suonare in pubblico: "hai fatto tutto ciò che ti era possibile fare per preparare questa performance? (compatibilmente con le incombenze di essere madre, moglie e umana che non vive di sola musica...).
Se la risposta é sí il giudizio altrui mi crea meno ansia. Se la risposta è no il mio giudizio su me stesso è ciò che mi fa davvero tentennare. Questo mi aiuta. Non é una soluzione ma aiuta ad avere un maggior controllo su di me.
COME ACQUISTARE SICUREZZA
Per acquistare sicurezza, oltre a prepararsi adeguatamente con lo studio è importante prepararsi mentalmente all'imprevisto. L'imprevisto può provenire da cause esterne o da noi stessi. Le cause esterne possono essere determinate dal luogo e dalle persone che partecipano all'evento.
Il tipo di pubblico, il contatto con l'organizzatore che ci può essere più o meno simpatico. Non trovare accoglienza ad alcune nostre richieste quali lo sgabello giusto, la giusta luce e la temperatura adeguata (quante volte ci si trova a suonare in luoghi gelati e le nostre mani non vogliono proprio rispondere ai nostri comandi) ci rendono nervosi e mal disposti in partenza.
Alcune di queste situazioni sono prevedibili, ma se di imprevisti si parla é chiaro che gli imprevisti non si possono prevedere. (il bisticcio di parole risulta assai efficace)
Siamo noi allora che dobbiamo essere elastici ad accogliere la situazione come viene e a trovare soluzioni tecniche e mentali per volgere il tutto a nostro vantaggio.
Possono esserci situazioni negative vissute in passato che ci fanno affrontare il concerto con il timore che si possano ripetere. E' utilissimo meditare sui nostri insuccessi con uno spirito indagatore e non con un atteggiamento di giudizio.
Analizzare la situazione, le circostanze esterne, le nostre reazioni in modo da trarne spunti risolutivi per il futuro, anzichè cadere nell'atteggiamento di vittimismo che non ci aiuterà di sicuro.
Qualche volta é il nostro atteggiamento, il nostro stato mentale e di salute non positivo che ci dispone male all'evento. E' chiaro che il lavoro in tal senso é del tutto personale. In occasione di appuntamenti importanti non sempre possiamo trovarci nelle condizioni migliori. Per esempio mi è capitato di dover fare un concerto con una febbre da cavallo. Il mio spirito combattivo per fortuna é stato più forte del malanno. Ho iniziato un po' in salita, ma la concentrazione mi ha permesso di portare a termine il concerto in maniera dignitosa e anzi, alla fine dell'esecuzione la febbre era sparita.
Molti studiosi di training autogeno o di discipline legate alla preparazione di atleti insegnano che il nostro corpo e la nostra mente hanno risorse incredibili.
Avrà modo di approfondire l'argomento con ulteriori interventi approfonditi.