Basta osservare un violinista, od anche un clarinettista, o persino un flautista per constatare quale cura ogni strumentista dedica al proprio strumento. Custodie foderate con igrometri integrati, contenitori di ance di vetro rettificato, panni per lucidare e revisioni semestrali.
Ogni strumentista ha lo strumento davanti a sé, ed è consapevole che la sua perfetta funzionalità richiede cura e manutenzione. Il cantante invece ha il proprio strumento in gola, e non lo vede, o almeno è propenso a pensare che funzioni da sé senza particolari attenzioni. La realtà è ben diversa: moltissimi cantanti od aspiranti tali si ritrovano spesso a lottare con la propria voce, con infiammazioni, con problemi che talvolta possono implicare soluzioni devastanti. Non è raro che sia il cantante stesso il responsabile di questi esiti complicati, sforzando la voce, pensandola diversa da come è, oppure semplicemente dimenticando di considerarla uno "strumento", da proteggere, controllare o spesso solo da "conoscere".
La fisiologia della voce è una scienza e per questo stride un po' con la miracolosa naturalezza di una bella voce. Tuttavia qualsiasi voce, brutta o bella che sia, è prodotta da un apparato assai complicato e delicato. Sono più di trenta i muscoli chiamati a lavorare nella semplice fonazione; in più c'è il cervello che può agire con maggiore o minore consapevolezza sul controllo di questo incredibile apparato.
A nessun cantante è richiesta una approfondita conoscenza scientifica del proprio apparato di fonazione, così come ad un flautista non può giovare più di tanto la perfetta conoscenza della teoria dei tubi sonori. Una conoscenza a grandi linee è invece importante perché consente di acquisire la consapevolezza dei complicati meccanismi che regolano l'emissione della voce.
Consapevolezza significa sapere ad esempio quali zone del corpo sono chiamate a reagire all'impulso del canto. Cantare con le spalle rigide, oppure i muscoli del collo contratti può significare compromettere quella qualità di voce che si va cercando da anni.
Ma consapevolezza significa anche comprendere che ogni voce ha una sua caratteristica irripetibile ed inimitabile. Questo è un punto assai importante, che porta più di un cantante ad adottare incredibili forzature per raggiungere modelli a lui preclusi per natura.
Il non avere la stessa qualità di voce di Pavarotti o della Callas, non significa essere inferiori senza scampo. Il timbro e l'estensione di una voce dipendono unicamente dall'apparato di fonazione di ogni singolo individuo, ed è unico ed inimitabile proprio perché immodificabile nella sua struttura fisiologica. Se ci si pone a confronto con altri modelli di voce e si cerca di imitarli si rischia di ottenere danni che vanno ben oltre il non trovare sé stessi. Il tentare di condizionare il proprio timbro di voce finisce col costringere il proprio apparato di fonazione a funzionare contratto, con forzature innaturali foriere di possibili danni fisiologici.
La ricerca che un cantante deve fare sta invece nel trovare un'emissione naturale e consona alla propria voce, mettendosi poi all'ascolto per mettere in luce ciò che di bello c'è nel proprio timbro. Una buona emissione consente di inquadrare correttamente i limiti della propria estensione e potenza vocale. La "ricerca della propria voce" è l'unica garanzia di miglioramento e di progressiva stabilizzazione tecnica del proprio apparato vocale.
Per questa ricerca possono tornare utili i consigli di un docente che sappia essere musicista e tecnico insieme. Un insegnante che continui a cantare egli stesso e che dica "fai come faccio io" può essere assai pericoloso, e di docenti di questo tipo il mondo del canto ne è pieno.
Un buon insegnante deve dar prova di conoscere a fondo lo "strumento vocale" ed è questa la prima cosa che si dovrebbe insegnare a chiunque desideri avvicinarsi al canto con consapevolezza.
Chiedete ad un insegnate di violino che cosa insegna sin dall'inizio: come si tiene l'arco, come si muove il braccio che sorregge l'arco, come la rilassatezza di quel braccio sia fondamentale e perfino come l'essere rilassati con l'intero corpo sia determinante. E poi prosegue per settimane a curare la postura, i movimenti di base e la buona impostazione dell'arco. Per studiare la prima scala passano mesi.
Capita invece che un insegnante di canto inizi a "mettere le mani" su una voce partendo da un bel po' di brani presi qui è là.... No!