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Suonare a orecchio o leggere la musica

Suonare a orecchio è possibile. La musica è, fra le arti, una delle più antiche, tuttavia l’accesso a spartiti e partiture è divenuto possibile in un’epoca assai più recente. Nell'antichità si suonava esclusivamente a orecchio: s'imparava un brano ascoltandolo, oppure lo si apprendeva da un maestro che con pazienza lo trasmetteva all’allievo, nota per nota.

Anche oggi c’è chi riesce, senza leggere la musica, a padroneggiare uno o più strumenti musicali, talvolta raggiungendo livelli di eccellenza: gli appassionati di blues ricorderanno Ray Charles (qui uno dei suoi più celebri cofanetti), un pianista straordinario, cieco dall’età di otto anni, che riuscì a imporsi come uno dei più importanti “bluesman” della storia. Altri musicisti nati e cresciuti in zone del mondo depresse sono riusciti ad imparare a suonare il loro strumento fino a imporsi sulla scena musicale mondiale, pur non sapendo leggere nemmeno una battuta musicale.

La questione perciò non è se sia possibile o meno suonare uno strumento facendo a meno di leggere la musica, cioè suonando a orecchio. Per la maggior parte di noi, il punto è piuttosto dove si vuole arrivare con il proprio strumento. Ad esempio, se un giorno si volesse suonare in un'orchestra o se si volessero leggere sistematicamente nuovi brani per il proprio strumento, saper leggere la musica rappresenterebbe certamente un plus rispetto all'alternativa di suonare a orecchio.

A mio avviso la scelta non andrebbe fatta lasciandosi condizionare dal pregiudizio che imparare a leggere la musica sia difficile: leggere la musica è tutt’altro che complesso. Proprio in questo sito ho pubblicato una serie di articoli (Leggere la musica) con l'intento di dimostrare quanto possa essere facile e rapido imparare a cavarsela fra pentagrammi e pallini bianchi o neri. La scelta di suonare leggendo la musica oppure a orecchio dovrebbe essere fatta valutando accuratamente il tipo di musica che si desidera affrontare.

La musica Rock, il Pop e gli altri generi “leggeri” potrebbero essere affrontati anche senza saper leggere la musica. Credo che la maggior parte dei “rockers” in effetti non sappia leggere la musica. Tuttavia se l’ambizione è quella di suonare la chitarra, il basso, la tastiera o la batteria in maniera professionale, ad esempio per far parte di un'orchestra di musica leggera, allora la lettura della musica è indispensabile. L’arrangiatore consegna in mano ai musicisti un arrangiamento che presumibilmente conterrà una notazione musicale.

Va sottolineato che l’apprendimento di uno strumento è notevolmente semplificato se si sa leggere la musica, perchè questa capacità permette di avvalersi delle centinaia di metodi musicali oggi a disposizione di chiunque.

Per quanto riguarda il Jazz, diversamente da quanto molti potrebbero pensare, è importante saper leggere la musica e a questo proposito è bene sfatare un "mito". Spesso si pensa che la musica jazzistica sia “improvvisata”, ma non lo è nel senso che "ognuno fa quello che gli passa per la testa"! In realtà il jazz, con le sue improvvisazioni, è costruito su una teoria molto raffinata e complessa, (spiegata in questo libro ben fatto) che presuppone uno studio della musica e delle sue regole del tutto simile a quello che affrontano i compositori e i musicisti classici. Il fatto che durante l’esecuzione il musicista Jazz non segua uno spartito dipende dal fatto che in questo modo chi suona è libero di improvvisare nello spazio musicale offerto dalla struttura armonica del brano. Il musicista Jazz costruisce la propria libertà espressiva attraverso lo studio fatto prima del concerto per poi goderne appieno durante il concerto stesso. La lettura della musica, nel jazz di oggi, è perciò fortemente consigliata.

Infine il genere classico necessita quasi obbligatoriamente della capacità di leggere la musica, indispensabile sia per lo studio dello strumento sia per la professione. Un orchestrale è invitato talvolta a leggere brani complessi a “prima vista” cioè leggendoli per la prima volta nel momento stesso in cui si esibisce davanti al pubblico. Senza voler arrivare a casi come questo, peraltro non eccezionali, è normale per ogni strumentista leggere una gran quantità di musica, cosa che non sarebbe possibile fare suonando a orecchio.

In conclusione mi sento di dire che l’abilità di leggere la musica è sempre consigliata, anche per un batterista rock.

Lo sforzo, assolutamente minimo, di imparare a leggere uno spartito è ripagato in brevissimo tempo.

Gremus

Gremus
La passione per la Grande Musica,
online dal 2007.