Ho aperto il sito Gremus.it diciannove anni fa. È tantissimo tempo, eppure è ancora online: proprio in questi giorni ne ho pubblicato una nuova versione, completamente rivista. Vorrei raccontare che cos’è Gremus.it oggi e che cosa è stato nel passato, perché credo che rappresenti bene quanto possa essere interessante – oltre che utile – scrivere di ciò che si ama, di ciò che si vuole far conoscere e trasmettere agli altri.
Quando ho aperto Gremus.it, la mia vita era molto diversa: ero principalmente un musicista che si occupava di informatica solo a margine. Oggi è l’opposto: sono un informatico che fa il musicista nel tempo libero. Ma non è cambiato solo questo: è cambiata la mia vita intera. Oggi vivo in Spagna; allora vivevo in Italia e mi mancava tutta l’esperienza che avrei fatto negli ultimi vent’anni.
Certo, vent’anni in più sono vent’anni in meno da vivere, ma sono anche vent’anni in più di vita vissuta. Mi hanno cambiato, mi hanno fatto comprendere molte cose – nel bene e nel male – e mi hanno permesso di guardare alle mie passioni con occhi diversi.
È cambiato anche il mondo. Vent’anni fa, non dico che fossi un pioniere dei blog, ma ero tra quelli che si mettevano a scrivere su piattaforme rudimentali, quando un blog era davvero una bacheca dove poter dire qualsiasi cosa. E in parte, all’inizio, l’ho fatto. La mia prima intenzione era scrivere di musica – la mia attività e la mia passione – per trasmettere l’importanza che la musica ha nella vita delle persone, la sua bellezza e la sua potenza comunicativa.
Da sempre la musica è difficile da tradurre in parole: la musica basta a se stessa, è un linguaggio autonomo. Tuttavia, molte persone si sentono quasi intimorite nell’avvicinarsi alla cosiddetta “musica classica”. Io volevo andare incontro a queste persone e aiutarle a superare quel blocco verso un patrimonio di inestimabile bellezza e profondità.
Oggi la musica è ovunque, ma spesso ridotta a sottofondo. Leggevo un’intervista a Nicola Piovani in cui diceva di non sopportare la musica nei ristoranti o come tappeto sonoro continuo: aveva ragione. Quando la musica diventa solo ambiente, smette di essere ascoltata. Qualche tempo fa un’amica, abituata a musica rilassante per yoga o meditazione, ascoltando Bach a casa mia mi disse dopo pochi minuti: “Ti prego, toglila, mi dà ansia”.
Mi è venuto in mente Igor Stravinsky, che distingueva tra musica che parla all’anima, al cervello e ai nervi. Ma, appunto, la musica dà. Il fatto che quella musica la colpisse era il segno che stava agendo davvero. La musica che comunica non può essere un sottofondo: è come una persona che ci parla. Se la mettiamo sullo sfondo, smettiamo di ascoltarla.
Sin dall’inizio, la mia intenzione era far capire questo: il messaggio profondo che la musica porta con sé. Nel tempo ho scritto anche di opera lirica – un altro grande patrimonio spesso percepito come “difficile” – e ho cercato di spiegare come si ascolta. Con la sezione “Leggere la musica” ho voluto mostrare che leggere la notazione musicale non è complicato: è un codice nato per essere compreso da tutti, anche dai dilettanti che cantavano in chiesa. È più semplice dell’algebra di base.
In quegli anni un blog non era analizzato dai motori di ricerca come oggi. Si poteva scrivere liberamente, e io lo facevo. Poi ho attraversato un periodo di crisi personale che ha portato a molti cambiamenti. In quel momento Gremus.it è diventato per me una sorta di diario terapeutico: scrivevo di emozioni, riflessioni, tutto ciò che stavo vivendo. Il sito ha avuto allora un pubblico enorme – fino a cinquemila visite al giorno – anche grazie a un aggregatore che pubblicava i miei articoli accanto a quelli di giornalisti oggi famosi. Per un periodo riuscivo perfino a guadagnare qualcosa con Google e piccole affiliazioni.
Poi Internet è cambiato, Google è cambiato. Oggi un sito deve essere monotematico, coerente nei contenuti. Così, col tempo, ho depubblicato e poi rimosso molti articoli, spostandone alcuni altrove. Gremus.it è tornato gradualmente a essere un sito musicale, concentrato sulla sua vocazione originaria.
Oggi, con questa nuova versione, Gremus si prepara a una nuova fase: un progetto più grande, internazionale, di cui parlerò più avanti. Ma lo spirito resta quello di sempre: raccontare la musica, aiutare chi la teme a scoprire che non è un linguaggio difficile, ma un messaggio universale. E in questo percorso ritrovo me stesso, quello che ero vent’anni fa.
È un’esperienza bellissima: ho imparato tanto, anche a scrivere, e sono felice di poter continuare questa avventura insieme al mio pubblico.
