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La Banda: intervista all'editore

In ogni città, grande o piccola che sia, operano piccoli organici musicali amatoriali o semiprofessionali, presso i quali si può accedere con requisiti alla portata di semplici amatori. Ci sono Bande, Cori, piccole orchestre, fanfare e altro ancora. Il "germe" della passione musicale anima queste realtà e da queste si diffonde a giovani e meno giovani.
Abbiamo pensato, in questo articolo, di intervistare un editore che da anni si dedica alla musica per banda ed alla didattica musicale.
Rosangela Bonardi (Harpo) per Gremus colloquia con Piero Michi rappresentante della Edizioni Musicali Wicky.

Qual'è lo stato di salute del mondo bandistico italiano?

Vivo e attivo anche se in misura variabile da regione a regione. Nel sud Italia, in Puglia, nelle Marche e in Calabria, si tramanda con successo la tradizione delle "bande da giro" le quali, prevalentemente nelle stagioni estive, propongono il repertorio delle trascrizioni d'opera, esibendo i famosi e mastodontici organici sul modello "vesselliano".

In cosa consiste il modello vesselliano?

Alessandro Vessella fu un famoso Maestro e compositore per banda (nato nel 1860) e fino al 1921 insegnò strumentazione per banda. A lui si devono i celebri "Studi di strumentazione per banda" che per anni hanno formato i compositori di mezzo mondo. La banda proposta da Vessella è una banda di ampio organico e completa di strumenti che oggi, per ragioni che ti dirò poi, sono quasi scomparsi persino dai negozi di strumenti musicali. Se nel magazzino della singola banda c'è ancora qualche esemplare di quegli strumenti è possibile eseguire brani scritti con quel modello, altrimenti è necessario adattarli a soluzioni di orchestrazione più moderni.

A quanto pare nel sud Italia quegli strumenti li conservano con cura e perciò riescono a mantenere la tradizione del grande organico bandistico?

La tradizione si mantiene perché i comitati organizzativi delle feste patronali, dove la banda ha ancora il posto d'onore, sono composti per lo più dalla "vecchia guardia", legata alla scuola e al gusto della trascrizione di brani d'opera. C'è ancora, ad esempio, l'usanza di dare al primo flicorno la parte del solista, anche se qualche volta oggi viene sostituito direttamente dal cantante.
Il materiale musicale è approntato da alcuni musicisti del posto e non viene editato perché ha un utilizzo ristretto solo alla piccola zona geografica. Vi sono addirittura opere complete trascritte per banda.
La tradizione dell'organico vesselliano si sta comunque ormai spegnendo e in regioni come la Sicilia, il Trentino Alto Adige, Lombardia e altrove si va verso l'accoglimento dell'organico da Symphonic Band ereditata dalla tradizione nord Europea.

Ancora una volta si importano le tradizioni estere abbandonando le proprie?

No, assolutamente! Non è una questione di import/export. E' il gusto delle giovani generazioni, il suono che i ragazzi cercano e gli strumenti che gli stessi desiderano suonare che impone una evoluzione negli organici. I flicorni, ad esempio, non li vuole suonare più nessuno. I ragazzi che cominciano a suonare uno strumento sono attirati dagli strumenti che vedono anche nelle orchestre sinfoniche quindi flauti, trombe, clarinetti, tromboni e sax. Nelle scuole delle bande è più difficile accostarsi ad oboi, corni e fagotti i quali, se vengono aggiunti all'organico della banda, vengono attinti dai vivai delle scuole musicali comunali o dai Conservatori.
Unico flicorno che resiste è il basso tuba il quale è ancora suonato come strumento di ripiego da chi fa più fatica a suonare altri strumenti.

E' anche il gusto musicale ad essere cambiato?

Ovviamente! Con l'uso di questo organico di derivazione inglese è mutato il gusto dei musicisti e del pubblico. Oggi sembra più attuale e più moderno il suono della Symphonic Band, tipico, ad esempio, della Suite di Holst, composizioni insomma dei primi del novecento, lasciando invece sullo sfondo il tipico repertorio delle trascrizioni popolari.
Il repertorio di oggi spazia tra musiche originali e trascrizioni di musica leggera e musical.

Anche nelle bande militari?

Le bande ministeriali italiane hanno mantenuto l'organico vesselliano mitigandolo però con un gusto più moderno e sinfonico. Nelle trascrizioni moderne suonate dalle bande ministeriali c'è un colore sinfonico più raffinato e nelle trascrizioni moderne i clarinetti non vengono impiegati ad imitazione dei violini come si faceva una volta.

Sì, ricordo. C'era addirittura chi, solo 15 anni fa, metteva direttamente sui leggii dei clarinetti le parti dei violini! Ma proviamo a varcare i confini. All'estero le cose come stanno?

All'estero, in Olanda, Belgio, Germania ci sono prevalentemente due tipi di formazione: la Fanfara dove sono usati ancora i flicorni o la Symphonic Band nella quale i flicorni vengono sostituiti dai clarinetti, però con parti scritte appositamente.
Un discorso a parte merita la Spagna dove la formazione bandistica è molto popolare e, oltre ad essere sempre presente nei piccoli centri, è considerata al pari delle orchestre più prestigiose, perciò presente nei cartelloni dei maggiori teatri delle più importanti città.
L'organico della banda spagnola è però singolare. Molto ampio é spesso integrato da una fila di contrabbassi e violoncelli. I compositori e i trascrittori spagnoli hanno una ferrea concezione sinfonica della struttura musicale, e nei loro programmi fanno largo impiego di trascrizioni operistiche e sinfoniche. Tuttavia il mercato delle edizioni spagnole è chiuso e molto autoctono.

Come si integrano le bande nel tessuto sociale e culturale?

La bande musicali in Italia hanno ancora una tradizione popolare molto ampia e supportata nell'organizzazione dai comuni o delle parrocchie, le quali aiutano nella gestione e nel reperimento delle risorse economiche per sostenere le spese: sede, divise, archivio, pagamento direttori e insegnanti. In cambio la Banda si impegna a partecipare alle manifestazioni di rappresentanza civica e nelle manifestazioni religiose più importanti. Questa consuetudine si è instaurata nell'immediato dopoguerra. Molte personalità politiche, visto che il mondo bandistico era numericamente apprezzabile, decisero di sovvenzionare le associazioni musicali un po' per sostenere la cultura un po' per ragioni elettorali. Anche se oggi molte cose sono cambiate è rimasta in alcune associazioni l'idea che il suonare in banda sia una specie di scambio di favori, un servizio a favore di questa o quella "podestà" e non un puro e magnifico divertimento culturale.
Lentamente, e un po' a fatica, si sta delineando una nuova tendenza per cui il concetto di attività musicale è considerata una forma di educazione ed aggregazione sociale, per giovani o adulti che siano. Lo stesso spirito che anima le associazione sportive, con la differenza che a suonare in una banda si può iniziare a 8 anni e finire ad 80.
Anche le scuole musicali integrate nelle bande si stanno evolvendo. Va del tutto scomparendo la figura del maestro unico che insegna tutti gli strumenti. Gli insegnanti sono ormai quasi tutti diplomati e preparati professionalmente ad insegnare il proprio strumento.

Tutto ciò presuppone un modo nuovo di amministrare e sostenere economicamente queste strutture?

Le Bande diverranno associazioni i cui partecipanti si faranno carico delle spese per creare attività libere, indipendenti e di successo. Animate cioè da uno spirito di passione e di divertimento del suonare insieme, come succede in altre parti dell'Europa, in America e Giappone. In questi paesi suonare in un complesso a fiato è una passione ed un hobby allo stesso tempo sostenuta da insegnanti e promotori professionali giustamente retribuiti che realizzano attività e manifestazioni di livello, generando nei musicisti (amatori e non) un alto grado di soddisfazione.
La banda diventa così un'associazione moderna, apprezzata dai ragazzi che vedono nella struttura un luogo di scambio attivo dove si creino delle mete, magari anche difficili da raggiungere, quali la partecipazione a concorsi o concerti importanti. Si valorizza l'attività che coniuga così il divertimento all'arricchimento culturale.

Perciò partecipare comporterà progressivamente partecipare anche ai costi. Del resto se vuoi praticare il tennis, o il nuoto, o anche frequentare un corso di inglese devi pagare...

Sì certo! Tieni presente poi che partecipare economicamente ai costi darà poi diritto a pretendere da insegnanti, organizzatori e direttori un impegno in termini di qualità e professionalità. Se tutto ciò porta a creare sistemi economico-culturali virtuosi, stai certa che gli sponsor non mancheranno.

Tempo fa ho visto esibirsi a Milano una Marching-band. Qual'è la particolarità di questi organici?

La Marching-Band è una formazione bandistica composta prevalentemente da giovani ed è stata importata dal modello delle bande da sfilata dei college americani. Sono molto spettacolari e richiedono una preparazione sia musicale che disciplinare. Eseguono brani famosi suonati con cura e a memoria, esibendo coreografie appariscenti. I caroselli si godono osservandoli soprattutto dall'altro. In Lombardia c'è ne sono più d'una. Esistono anche dei campionati Mondiali ed Europei dove si ritrovano tutte le Marching-band e dove le migliori vengono premiate. Da qualche anno, noi della Edizioni Musicali Wicky, sponsorizziamo alcuni campionati italiani soprattutto nel nord Italia.

Ed ora veniamo allo stato di salute del mercato delle edizioni per banda?

Nel mercato italiano delle composizioni per banda esiste purtroppo da anni una piaga: la fotocopia selvaggia. La grande maggioranza delle bande italiane ha da molti anni preso l'abitudine a non comprare il materiale ma a servirsi unicamente di fotocopie contribuendo così ad un abbassamento qualitativo della produzione nazionale. Le edizioni straniere, soprattutto le grandi case editrici inglesi e americane, riescono a far lavorare buoni compositori, mentre le edizioni italiane, danneggiate dai "fotocopiatori", non possono garantire ai compositori introiti adeguati, scoraggiando in partenza le produzione di qualità.
Molti piccoli o piccolissimi editori fanno uscire sul mercato brani a basso prezzo scritti da semidilettanti. Potrei addirittura raccontarti della incredibile pratica dello scambio di favore tra bande e finti compositori, i quali si mettono d'accordo per la compilazione truffaldina di "borderau" Siae farciti di brani inesistenti se non nel titolo.
E' un vero peccato perché rischiamo di non avere più un repertorio nazionale di riferimento, oltre che danneggiare tutto il sistema musicale e tutti gli onesti professionisti che su questo mercato devono mantenere le loro famiglie. A questa piaga si potrebbe porre rimedio se ci fosse una maggior coscienza civica e rispetto per il lavoro altrui e poi, qualche controllo in più da parte delle istituzioni preposte non farebbe male.

Per finire pensi che la banda abbia un futuro o sia destinata ad un declino?

Credo che la formazione bandistica come la musica in generale abbia ampi margini di crescita nell'interesse di ragazzi ed adulti ed anche nello spessore economico di mercato, a patto di aggiustare le cose di cui ti dicevo sopra. La possibilità del far musica insieme rimane un'occasione unica di divertimento e di crescita culturale, ed in futuro continuerà ad esistere al fianco delle formazioni professionali italiane e mondiali.

Ringrazio Piero Michi per la disponibilità

Gremus

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La passione per la Grande Musica,
online dal 2007.