¨

Long Life Learning

Si dice che la "Long Life Learning", cioè l'imparare continuamente lungo l'intera esistenza, sia uno dei pilastri su cui fondare il futuro rapporto dell'uomo con lavoro.

Sono finiti i tempi in cui con un diploma o una laurea ci si poteva dedicare al lavoro senza la preoccupazione di dover riprendere in mano i libri; sempre più la velocità con la quale si evolvono tecnologie, prassi e metodologie rende le conoscenze e le specializzazioni obsolete nel giro di pochi anni. Studiare da grandi sta diventando l'unico modo per salvaguardare il proprio valore sul mercato del lavoro, ma studiare da grandi non è così semplice. A parte le complicazioni logistiche per ricavarsi il tempo o per trovare la concentrazione ideale, gli adulti si pongono verso lo studio con un atteggiamento spesso pericoloso ed antiproducente: sono convinti di sapere già cosa e come imparare, sono ipercritici verso i docenti, pretendono un insegnamento su misura della loro stessa idea di insegnamento.

Gioca molto una disposizione mentale rassegnata e contrariata: perché mi tocca rimettermi a studiare dopo aver già preso una laurea e aver già dedicato così tanto tempo allo studio?
Con questo tipo di approccio è inevitabile che lo studio costituisca un peso, un sacrificio mal digerito. Eppure estendere le proprie conoscenze, conoscere più a fondo le cose di cui ci occupiamo potrebbe anche non essere solo un fardello per evitare di essere scaricati dal mondo del lavoro. Musicisti, artisti, danzatori e sportivi, non smettono mai di studiare ed allenarsi: per molti di loro l'intera vita è uno scoprire costante qualcosa di nuovo, imparare nuove tecniche, superare nuovi limiti.

Ma anche artigiani, intellettuali, lavoratori di ogni genere appassionati di ciò che fanno continuano a scoprire il nuovo che si matura giorno per giorno dietro le cose che fanno.
Il punto, forse, è proprio questo: quando ci si mette a studiare da grandi, quanto ci appassiona ciò per cui dobbiamo rimetterci sui libri? Siamo certi che sia proprio ciò di cui abbiamo bisogno per lavorare meglio e guadagnare di più? E se invece ci fosse qualcos'altro, in grado di emozionarci e di motivarci a studiare con dedizione e profitto!?

Il mondo del lavoro sta cambiando poco alla volta ma inesorabilmente. E' proprio di ieri l'idea avanzata dal prof. Giavazzi su di un nuovo modo di reclutare insegnanti: basta graduatorie, basta concorsi, basta diplomi e punteggi. Se conosci bene una cosa, se sei aggiornato e sai insegnare, ecco allora che il preside può chiamarti a trasmettere le tue conoscenze ai giovani o meno giovani. E' un gradino più in la' di una semplice meritocrazia: è il principio della competenza. Se hai qualcosa da insegnare la insegni altrimenti il posto non è tuo.

Il principio della competenza si sta diffondendo sempre più in ogni dove, anche negli uffici e nell'industria. La competenza è frutto della conoscenza, e la conoscenza vera e profonda non può prescindere dalla passione che anima chi la vuole ottenere. Non è possibile essere davvero competenti di una cosa che non appassiona, non interessa, non muove curiosità e proattività.

L'unica vera forza che può indurre una adulto a rimettersi sui libri è la passione per ciò che si studia, è la voglia di acquisire una più matura competenza, una conoscenza di livello superiore. Solo così ci si può disporre ad imparare senza l'atteggiamento prevenuto ed ostile. La varietà di cose che possono completare la competenza di ogni lavoratore è oggi davvero grande. Anche un impiegato pubblico può decidere di orientare il proprio futuro affrontando ciò che più gli piace, acquisendo una appassionata competenza, diventando prezioso per l'amministrazione pubblica per cui lavora e valorizzando la propria funzione lavorativa stessa.

Ci si può evolvere nell'utilizzo delle tecnologie informatiche, anche al di la' dei soliti "Corsi Office"; si può affrontare lo studio di materie affini alla sociologia ed alla psicologia come le tecniche di motivazione, di leadership emozionale, di negoziazione, counseling e problem solving; ci si può dedicare alle nuove tecniche di management, di marketing e di vendita, per non parlare infine di tutti i corsi mirati alla conoscenza di aspetti tecnici particolari. Ognuno può trovare qualcosa che lo appassioni particolarmente, e che dia un senso non solo di opportunità allo sforzo di rimettersi a studiare.

Certo, poi è necessario comprendere che alla base dello studio ci vuole un po' di umiltà, atteggiamento spesso difficile da adottare per alcuni adulti convinti di saperla sempre un po' più lunga di chiunque altro. Normalmente sono gli studenti peggiori.

Peggiori perché non impareranno mai nulla.....

Gremus

Gremus
La passione per la Grande Musica,
online dal 2007.