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Il Futuro: passione e ragione

Se dovessi desiderare qualcosa non desidererei ricchezza o potere, ma l'appassionato sentimento di quello che può essere l'occhio, che, sempre giovane e ardente, vede il possibile. Il piacere delude, la possibilità mai. E quale vino è così frizzante, quale così fragrante, quale così inebriante come la possibilità? (Soren Kierkegaard).

Vedere il possibile è questione di passione e non di ragione. La ragione scruta regole e manuali, pone a confronto e somma algebricamente tutto ciò che si sa per puntare l’occhio ed il desiderio dove si pensa di poter arrivare. La passione supera tutto e si pone più vicina al sogno, al regno del possibile ma non certo; se vogliamo porla in termini di sentimento la ragione privilegia una comoda infelicità piuttosto che una felicità rischiosa o scomoda.

La storia offre un verdetto inequivocabile su quale delle due derive poggi l’intera evoluzione umana: vince la passione, il progetto che segue un sogno, il ragionamento che insegue una possibilità.
Ho sempre subito un fascino incredibile dalle persone che sfidano logiche ferree per tuffarsi in progetti inauditi. La vera ed autentica evoluzione è quella di un corpo che si adatta a condizioni irragionevoli per sopravvivere. Animali che hanno sviluppato risorse incredibili, capacità rarissime. Nessun animale ha la facoltà di ragionare ma nonostante ciò tutto il genere si è evoluto per passione alla vita, alla sopravvivenza, per rincorrere il futuro. Anche l’uomo si è evoluto ma ciascuno di questi passaggi è stato sempre vagliato, condizionato, ragionato e ponderato da miriade di pensatori, che hanno dovuto confrontarsi con etiche e moralismi, logiche di potere o di puro conservatorismo giacché, come già detto, l’infelicità comoda spesso è preferibile, soprattutto se generalizzata.

Invece uomini straordinari hanno sfidato resistenze assurde. Penso a Galileo, a Leonardo, a Colombo, ma anche a chi ha compiuto esperimenti a costo della vita per dare la possibilità all’uomo di volare, di conoscere luoghi della terra nascosti, di sconfiggere malattie o difendere ideali. Poi pongo a confronto queste figure con le tonnellate di moralisti e docenti della buona etica, che da qualunque versante siano partono sempre dal giudizio per arrivare alla “Theoria”, termine che infatti indica in origine la percezione della bellezza come una facoltà “morale”. Ne sono pieni i tomi di filosofia, di teologia, di critica al vivere a priori, poste come fuliggini che dovessero ingrigire l’intero cosmo.

Ragione e passione: ecco le due possibilità entro le quali si può immaginare una via per il futuro che possa realmente offrire speranza ai tanti, ai molti che ancora soffrono e soffriranno. La ragione, che appare come la soluzione più moderna, perché pragmatica, bilanciata, ben supportata da “theoria” e scienza, ha invece il potenziale più basso perché, come già detto negli articoli precedenti dedicati al futuro, pesca nello stesso mare dove sta imputridendo tutto. Un mare mezzo morto non può essere preso a riferimento per alcun futuro.

La passione, invece, il sogno, sono prodotti umani che sfuggono al ragionamento. Dipingono immaginari improbabili e per questo più possibili di ciò che non appare ragionevolmente percorribile. Nel celebre “I have a dream” di Martin Luther King era contenuto il seme della passione, del desiderio, della sfida al reale per inseguire una felicità scomoda e rischiosa. Alla passione può affiancarsi un ragionamento, una misurazione, un ridimensionamento che ponga la passione in uno stato di possibilità. Ma ciò avverrà nella giusta misura solo se il tutto procede animato dalla passione, dal sogno. E’ praticamente impossibile invece che un progetto ragionato poi faccia germogliare la passione. Chiunque abbia amato persone o ideali (si spera sia accaduto almeno una volta a tutti) sa che l’amore si alimenta di passione, e un amore siffatto può mutarsi di amore ragionato, misurato. Viceversa un interesse ragionato, in cui per troppo tempo rimanga sopito il sospiro della passione, quasi mai si muta in sogno, in desiderio che sia altro che puro materialismo.

Vivendo di passione ci si può far male, è vero. Ma vivendo senza di essa il male dell’insoddisfazione, della cronica infelicità si insinua fra le costole del nostro petto per prorompere in angosce e depressioni.
La passione è destinata a divenire l’unico viatico al futuro. E la paura di sbagliare, del giudizio dei conservatori, dei detrattori del futuro, dei giudici moralisti e quant’altro non deve frenare un’evoluzione che è già lenta per loro colpa. George Soros dice: "E' giunto il momento di riconoscere che la nostra comprensione della realtà è imperfetta per natura e che le nostre decisioni sono destinate ad avere conseguenze impreviste. L'età della ragione dovrebbe cedere il passo all'era della fallibilità. Questo sarebbe il vero progresso"

Si può ammettere lo sbaglio per passione.

Lo sbaglio per ragione è da folli o ignoranti!

Gremus

Gremus
La passione per la Grande Musica,
online dal 2007.