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Welby e l'eutanasia della volonta'

Il dramma di Welby è tragico e devastante. Affrontarlo significa, per me, soffrire per l'incapacità di scendere ad un livello empatico con Welby stesso.

A chi sta bene, chi può scegliere nella propria stanzetta di vivere o di non vivere agendo di fronte solo a se stesso, la storia, lo stato di Welby, fisico e psicologico, sono praticamente incomprensibili.

L'angoscia interiore che provoca pensare a Welby, alla sua scelta di sottrarsi alle immani sofferenze patite, ma che non può porvi fine autonomamente perché incapace di muovere un solo lembo della sua carne, è tale da rendere difficile la condivisione di qualunque posizione etica, pro o contro l'Eutanasia, pro o contro la dolce morte.

Rimane nella testa, invece, il fermo desiderio di Welby di morire: una decisione presa consapevolmente, una richiesta inoppugnabile. Questa decisione, invece, lo è perfettamente comprensibile ed è forse l'elemento più chiaro e certo di tutta questa vicenda.

Mi chiedo, ad esempio, come possa l'uomo decidere, invece, di sopprimere un altro uomo, perché ritenuto pericoloso per la società, attraverso la pena di morte. In questo caso l'uomo condannato è ritenuto portatore di male e di sofferenza. Ma anche il male che devasta Welby è portatore di male ed atroce sofferenza.

Perché la cultura della vita colpisce il male solo se provocato dall'uomo e non il male in se'? Già sento le campane che annunciano i sostenitori del male come forza complementare al bene, come divina prova di fede, come necessità per glorificare il bene. Tuttavia esiste un male, ancorché potenziale, come quello di cui è portatore un condannato nel braccio della morte, che non è segno di nulla. Tanto da far apparire il gesto annichilente del togliere la vita ad un condannato una mera vendetta, sentimento non propriamente divino.

Il condannato chiede di vivere, Welby di morire. Nessuno dei due desideri può essere esaudito. All'uno viene forzata la morte controvoglia, all'altro la vita! Questa è etica strana!

Se Welby potesse metterebbe fine alla sua vita. Questo è ciò che lui dice, è ciò che dice il suo personalissimo tribunale contro il male. Ha emesso la sua sentenza ma non trova chi voglia eseguire la condanna. E' una faccenda tragica.

Preghiera: se solo potesse muovere una mano, per soli cinque minuti...

Gremus

Gremus
La passione per la Grande Musica,
online dal 2007.