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La scala musicale

Vorrei introdurre gradatamente il concetto di scala e di modo in musica. Se c'è una difficoltà in questo argomento, essa non sta nell'imparare a scrivere una scala o nel classificare un brano in modo "maggiore" o "minore". La nostra sensibilità musicale occidentale, formatasi attraverso un percorso lungo e articolato, consente a gran parte di noi di cogliere intuitivamente se un brano è in modo maggiore o minore; anche tutte le tensioni all'interno di un contesto tonale ci sembrano molto "naturali", tant'è vero che riusciamo quasi sempre a cogliere una nota stonata anche in un brano che non conosciamo. La difficoltà sta nel tradurre questi concetti in parole, per cui il problema è tutto mio. 

Consideriamo una  scala elementare, cioè la successione di sette suoni a partire dal Do. Si dice che una scala che parte dal Do sia una "Scala di Do". 
Do, Re, Mi, Fa, Sol, La, Si e ancora Do, costituiscono appunto una scala di Do.
Ma non tutte le scale partono dal
Do. Se io volessi riprodurre la scala partendo dal Re, questa scala non si chiamerebbe più scala di Do, bensì scala di Re: Re, Mi, Fa, Sol, La, Si, Do, e ancora Re. 

Una scala non è semplicemente una successione di suoni a caso, ma deve rispondere ad una sua organizzazione interna. Nel capitolo dedicato alle alterazioni abbiamo imparato che tra una nota e la successiva con lo stesso nome (tra un Do e il successivo, ad esempio) trovano posto 12 suoni, ognuno posizionato a un semitono di distanza dal precedente e dal successivo. La successione di tutti questi suoni costituisce la Scala cromatica

Guardando la scala di Do (da un Do al Do superiore), quella che, per intenderci, sul pianoforte viene suonata percuotendo i soli tasti bianchi, risulta evidente che la distribuzione dei semitoni non è costante. 

Fra Do e Re c'è un tono di distanza (Do, Do#, Re

Fra Re e Mi c'è un tono di distanza (Re, Re#, Mi

Fra Mi e Fa c'è un semitono di distanza 

Fra Fa e Sol c'è un tono di distanza (Fa, Fa#, Sol

Fra Sol e La c'è un tono di distanza (Sol, Sol#, La

Fra La e Si c'è un tono di distanza (La, La#, Si

Fra Si ed il successivo Do c'è un semitono di distanza.

Detto in altri termini, la scala di Do è costituita da una sequenza di suoni organizzati secondo la successione Tono, Tono, Semitono, Tono, Tono, Tono, Semitono. Per brevità si usa dire che la scala in modo Maggiore è basata sullo schema: 2 toni, semitono, 3 toni, semitono

Volendo ricreare l'identica scala Maggiore partendo dal Re, occorre adeguarsi rigorosamente allo schema indicato. 

Perciò, dal Re alla nota successiva deve esserci un tono, e per questo va bene il Mi

Dal Mi alla nota successiva deve esserci un tono, e già qui abbiamo un problema perché il Fa dista solo un semitono dal Mi. Bisognerà usare non il Fa ma il Fa#.

Dopo il Fa# bisogna individuare una nota che disti un semitono: il Sol funziona. 

Tra Sol e la nota successiva deve esserci un tono: c'è giusto il La

Fra il La e la successiva deve esserci un tono perciò funziona il Si

Anche fra il Si e la successiva deve esserci un tono e in questo caso il Do che c'è subito dopo non fa' al caso nostro perché dista un solo semitono. Dobbiamo ricorrere al Do#

Infine fra il Do# e la successiva deve esserci un semitono. Ecco che ritroviamo il Re, e così tutto quadra. 

Riepilogando, la scala di Re maggiore è così formata: Re, Mi, Fa#, Sol, La, Si, Do#, Re

Qualunque sia la nota sulla quale vogliamo costruire una scala maggiore, l'ordine dovrà sempre essere quello descritto: Tono, Tono, Semitono, Tono, Tono, Tono, Semitono

E' possibile costruire una scala a partire da ogni suono della scala cromatica. Possiamo costruire una scala maggiore sul Sol, sul Re bemolle, sul Si o sul Mi.
Chi vuole comporre un brano, per prima cosa decide quale scala prendere come base per  la propria composizione, decide cioè su quale suono creare il suo pezzo musicale e solo in un secondo tempo sviluppa il suo componimento. Il suono scelto come base per la composizione darà il nome alla scala e determinerà la tonalità del brano. 

Se un brano è nella tonalità di Re maggiore, significa che la scala di Re maggiore è alla base di quel brano; se un brano è in Si bemolle maggiore, la scala maggiore che parte dal Si bemolle è alla base di quel brano. 

Gremus

Gremus
La passione per la Grande Musica,
online dal 2007.

Nella scala di Re maggiore accennata sopra, abbiamo visto che il Fa# ed il Do# dovranno essere sempre presenti. Nella scala di Si bemolle maggiore, sarà necessario usare sempre il Si bemolle ed il Mi bemolle; per la scala di La maggiore sarà necessario usare sempre il Fa#, il Do# ed il Sol#

Poiché scrivere un brano che non sia nella tonalità di Do maggiore apponendo le giuste alterazioni davanti a ciascuna nota risultava un po' complicato, col tempo si è incominciato ad apporre le cosiddette alterazioni in chiave, cioè delle alterazioni fisse, segnate all'inizio di ogni rigo musicale, ognuna in corrispondenza di ciascuna nota che necessita di un'alterazione. Ecco alcuni esempio di alterazioni in chiave.

Tre scale maggiori

Nel primo esempio, relativo alla scala di Re maggiore, tutti i Fa e i Do che si incontrano lungo l'intero rigo musicale vanno letti come Fa# e Do#. Nel secondo esempio, relativo alla scala di Si bemolle maggiore, tutti i Si e i Mi vanno letti come Si bemolle e Mi bemolle. Nel terzo caso, dove è riportata una scala di La Maggiore, tutti i Fa, i Do e i Sol vanno letti come Fa#, Do# e Sol#

E se nel corso di un brano in Re maggiore il compositore volesse utilizzare un Fa normale non un Fa#, cosa succederebbe? Il compositore userebbe semplicemente il bequadro (bequadro)davanti alla singola nota. 

Tutto ciò riguarda la scala maggiore. Nel prossimo articolo affronteremo invece la scala minore.

ESERCIZIO

Note per l'esercizio 

L'esercizio è in 12/8, è scritto in Re maggiore, con qualche sconfinamento dall'estensione alla quale siamo abituati. Ai fini del solfeggio ritmico non ci sono difficoltà. Per chi volesse tentare di solfeggiare l'esercizio leggendo il nome delle note, l'esercizio potrà rappresentare un'occasione per ripassare le posizioni delle note ed aggiungerne qualcuna in più.

Gremus

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